Old lady cactus: Mammillaria hahniana Werderm.

old lady cactus

Se c’è una passione che ho sempre avuto è quella per le piante grasse. E una delle mie specie preferite è Mammillaria hahniana Werderm., anche conosciuta come old lady cactus. Spinosa, lanosa, con la sua coroncina di fiori, simpatica, no?

Fiori in corona
Mammillaria hahniana Werderm.

Succulente che passione

Quello che mi piace di più delle piante succulente, oltre al fascino delle forme e delle spine, è che hanno degli straordinari adattamenti agli ambienti aridi e inospitali in cui vivono. E sono proprio questi adattamenti che ci devono guidare per accudirle al meglio.

Notizie su Mammillaria hahniana

La vecchia signora barbuta, come le altre specie del genere Mammillaria (famiglia Cactaceae), è originaria del Messico, in particolare in due aree piuttosto ristrette della zona centrale nei pressi di Guanajuato, San Luis Potosí e Queretaro. Vive tra i 700 e i 2200 metri sul livello del mare, su un terreno roccioso e scosceso, in aree caratterizzate da un clima con una forte escursione termica giornaliera e piogge concentrate nella stagione estiva.

Ha un fusto globoso o cilindrico, alla cui base si sviluppano dei polloni che producono altri individui andando a formare un gruppo. Il nome Mammillaria deriva dalla presenza di caratteristici tubercoli, disposti a spirale e sormontati da un’areola dalla quale emergono le spine, robuste o setolose.

I fiori, di un bel fuxia acceso, sono disposti in corona nella parte apicale e si formano all’ascella dei tubercoli, dove è concentrata una lanugine bianca. Dopo la fioritura si svilupperanno dei piccoli frutti allungati, rosso-bruni, contenenti semini marroni.

gruppo di mammillaria hahniana in fiore
Il mio gruppetto di Mammillaria hahniana Werderm.

Per prendertene cura

Le piante grasse, anche se sono adattate ad ambienti estremi e sopportano le nostre dimenticanze con stile, hanno comunque bisogno di attenzioni particolari, proprio per gli adattamenti all’ambiente di origine.

Mammillaria hahniana ama la luce e il sole. All’esterno l’esposizione a sud è quello che ci vuole, altrimenti va tenuta in serra riscaldata o all’interno. Io che vivo in Puglia, non molto distante dal mare, la tengo fuori tutto l’anno, al coperto, esposta a sud e al riparo dai venti freddi. La temperatura ottimale di crescita è tra 15 e 24 °C, mentre può sopportare temperature sotto i 5 °C se è tenuta all’asciutto.

In estate, quando il terreno si secca in superficie, va innaffiata moderatamente, evitando ristagni, mentre in inverno si può ridurre fino a sospendere l’irragazione, soprattutto se fa particolarmente freddo.

La fioritura è successiva al periodo arido, da me infatti comincia a fiorire da fine ottobre inizi di novembre, e continua fino all’inverno inoltrato. I fiori si aprono di giorno e si chiudono quando la luce si attenua.

Le piante grasse hanno un apparato radicale ampio e superficiale per poter esplorare il suolo e assorbire l’acqua in maniera efficace. Anche la vecchia signora barbuta ha le radici che mal sopportano i ristagni e che hanno bisogno di spazio, per cui è importante cambiare il vaso man mano che la pianta cresce. Il vaso più adatto è una ciotola in terracotta, larga e bassa, con terreno leggero e drenante, specifico per le succulente, misto a sabbia (proporzione 2:1).

A te piacciono le piante grasse? Ne hai una preferita? Raccontamelo nei commenti.

Io penso anche che hanno un sacco di cose da insegnarci… Stay tuned!

Progettare una newsletter: 5 consigli utili

newsletter

Quando ho deciso di progettare una newsletter per il caffè botanico, sapevo che sarebbe stato molto impegnativo, ma allo stesso tempo una sfida stimolante. Mi è sembrato naturale immaginare un luogo per una conversazione più raccolta su temi specifici, al di là del sito.

Lettera22: il giardino racconta è una porta aperta sul giardino del caffè botanico e sui segreti che custodisce, un’occasione per trattare le tematiche del giardinaggio, della mindfulness e del benessere. Inoltre, è una newsletter ricca di sorprese, ispirazioni e consigli.

Progettare Lettera22 è un grosso investimento di tempo ed energie, ma è un’avventura a cui tengo in modo particolare e che porterà lontano il progetto del caffè botanico. Ho pensato di condividere 5 consigli utili, cose che per me sono state efficaci, nel caso stia pensando anche tu di cominciare a scrivere una newsletter.

La pianificazione è tutto

Sembra banale dirlo, ma senza una pianificazione dettagliata e coerente non si va molto lontano. Dopo aver avuto l’idea di metter su Lettera22, mi son detta e ridetta ma dove vai? che scriverai? come farai? Poi a un certo punto ho deciso ma sì, lànciati! E così, ho cominciato a scrivere tutte le possibili idee sugli argomenti, ad abbozzare schizzi, a fare e disfare. Il primo passo concreto, però, è stato prendere un calendario e decidere la data in cui spedire la prima lettera.

Insomma, mettere una bandierina simbolica, tenendo ben presente tutte le cose che ci sono da fare per arrivare a spedire una newsletter, da quelle più pratiche, come scegliere la piattaforma e imparare a usarla, a quelle più creative, come decidere il nome e la palette di colori. Ho stabilito una scadenza per ciascun punto della lista di cose da fare e anche le priorità, in modo da avere sempre presente la fase del percorso e i tempi.

Poi ho cominciato da nome e colori. Non è stata una scelta ortodossa lo so, piuttosto un modo per rompere il ghiaccio con un’impresa che sentivo più grande di me e che mi faceva paura.

Non si smette mai di studiare

Dopo la paura, mi sono rimboccata le maniche e ho cominciato a informarmi e a leggere tutto quello che mi poteva servire per costruire la mia newsletter. Ho deciso di fare un investimento e di acquistare il corso online di Giada Carta “Newsletter da paura”, che mi ha dato sia gli strumenti tecnici sia quelli per la strategia di comunicazione.

Studiare, provare, mettersi in gioco. Una larga fetta del lavoro è racchiusa in queste tre parole, soprattutto quando si comincia da zero e ci si occupa in prima persona di tutto.

Fai le scelte giuste per te

Le scelte da compiere sono state tante. La piattaforma, la cadenza degli invii, i form, i font, la dimensione dei caratteri, gli spazi, le parole, le immagini, i processi… e tante altre ancora. Alcune cose sono semplici soltanto in apparenza, perdersi è facile e il timore di sbagliare è sempre in agguato.

Per superare lo spaesamento iniziale, ho fatto mio il motto “Fai le scelte giuste per te“. Non ha senso fare delle cose solo perché le fanno altre persone o nello stesso modo in cui le vediamo proporre. È anche controproducente. Invece, è utile scegliere le soluzioni adatte alle proprie esigenze e inclinazioni, soprattutto commisurate alle energie e al tempo di cui si dispone.

La perfezione non esiste, ma non accontentarti

Dopo aver provato e riprovato, controllato e ricontrollato, arriva il momento di mettere un punto. Anche se sono consapevole che avrei potuto fare di meglio, ho smesso di limare, cambiare, rimestare e ho inviato una prima e-mail, per ringraziare gli iscritti e festeggiare insieme. Migliorerò passo dopo passo, col tempo e con l’esperienza. Nel post di lunedì scorso, ho fatto dire anche a Charles Darwin che “Fatto è meglio che perfetto“!

Quello che comunque è importante è metterci tutto l’impegno e la cura possibili. Anche se può sembrare un controsenso, non accontentarti di quello che non ti convince. A volte capita di lasciar correre per fretta o stanchezza e di tenersi cose che non sono proprio come vorremmo. Ecco, questo no, perché non è ricerca di perfezione, ma di un risultato soddisfacente. Io avevo preparato tutto per il lancio di Lettera22 e poi, una volta inseriti i form di iscrizione nel sito, ho realizzato che la palette di colori scelta faceva a pugni con il resto. Che fare? Cambiare tutto o ingoiare il rospo? Ho cambiato tutto e sono felice così.

Dai spazio all’intuito

Ultimo e non ultimo, l’intuito. Un alleato insostituibile che ha combattuto il giudice interiore e il disfattista annidato nel cervello, una voce che mi ha guidato oltre i timori, le insicurezze e i dubbi.

Ascolta il tuo intuito, un saggio consigliere cui affidare la visione più ampia e prospettica dei tuoi progetti, capace di custodirla e riconsegnartela ogni volta che l’orizzonte si stringe, schiacciato dalle difficoltà e dallo sconforto momentaneo.

Su un bigliettino ben in vista sulla mia scrivania ho scritto un altro consiglio. Non dimenticarti di giocare e di divertirti nelle cose che fai.

I primi 3 semi del 2018

Cosa semino nel 2018.

Il caffè botanico è nato nella mia mente più di due anni fa, da sogno impossibile si è trasformato in un progetto, che man mano ha preso forma e si è arricchito di idee e contenuti. L’estate scorsa, impaziente di intraprendere il viaggio, ha cominciato il suo racconto su Instagram e oggi è anche un sito. Cosa farà a questo punto?

Cosa bolle in pentola

O meglio, cosa sto seminando nel giardino del caffè botanico? Tra studio, sperimentazione, libri da leggere, pianificazione, scrittura dei post e preparazione del materiale fotografico, ho messo 3 semi nella terra e ho cominciato a prendermene cura, giorno dopo giorno.

Questi 3 semi si chiamano scrivere, fotografare, sorprendere e sono tra le cose che più mi piace fare, che ho voluto mettere insieme alle mie competenze botaniche, per dare vita a questo progetto.

Scrivere

Il primo dei 3 semi è la newsletter. Un appuntamento mensile in cui sarà il giardino a raccontare i suoi segreti, a svelare i pensieri e le storie che custodisce. A te, se ti iscriverai, arriveranno anche consigli, letture, ispirazioni, piccoli regali incentrati principalmente sul tema del giardinaggio e della mindfulness. La newsletter ha già un nome e una palette di colori, ma aspetto a rivelarteli… voglio esserne proprio sicura.

Fotografare

Una delle mie più recenti scoperte è il piacere di fare fotografie e la devo, non mi vergogno a dirlo, al primo smartphone, acquistato nel 2014. Per me ha avuto un effetto liberatorio, forse perché non ho sentito la stessa aura di sacralità che mi trasmette la macchina fotografica. Mi sono lanciata e lasciata trasportare, ho esplorato e nutrito la mia creatività usando la fotografia per guardarmi intorno con meraviglia, alla ricerca di bellezza e ispirazione. Per questo motivo, ho pensato di proporti un progetto fotografico da fare insieme in primavera, un percorso da condividere sui social network, che possa essere un’occasione per conoscerci e per scoprire qualcosa sul mondo delle piante.

Sorprendere

L’ultimo dei 3 semi nasce dal desiderio di non far mancare al caffè botanico un po’ di spensieratezza. E quindi via libera a tante sorprese da scaricare dal sito come ricette, cartoline e segnalibri.

Che te ne pare come inizio?