Valencia, la città giardino

Valencia la città giardino

L’anno scorso a marzo sono stata a Valencia, la bella città spagnola, ricca di suggestioni e di verde. Ti ho già fatto conoscere il Jardí Botànic dell’Università, nell’ultimo post. Oggi ti accompagno in una passeggiata alla scoperta di altre meraviglie, da assaporare da soli, in compagnia o con tutta la famiglia. Infatti, anche se in questo viaggio non ho portato i miei figli, ho visto che è una città a misura di bambino, ricca di attrattive, ma anche di spazi per le corse in libertà e il gioco.

Verde Valencia

Tra viali alberati, parchi e spazi verdi diffusi, Valencia è davvero una città green capace di accogliere grandi e piccini e di offrire un’atmosfera suggestiva e rilassante. Alberi di agrumi per le strade, giganteschi Ficus nei giardini del centro, piazze fiorite fanno da cornice alle passeggiate spensierate e col naso all’insù, per ammirare i palazzi, i monumenti e il cielo blu che filtra tra i rami.

Anche con i più piccoli è possibile trascorrere giornate piacevoli, alternando visite culturali a momenti di sosta e svago nei numerosi spazi verdi della città, come gli antichi Jardins del Reial. Ospitano splendidi alberi monumentali, roseti fioriti, panchine all’ombra dei viali e giochi all’aperto per il relax di tutta la famiglia.

La passeggiata green più bella è quella al Jardí del Túria, uno tra i più grandi giardini urbani della Spagna. Si estende per 110 ettari nel vecchio letto del fiume Túria, deviato lontano dalla città, dopo la devastante inondazione del 1957. Inaugurato nel 1986, rappresenta un importante progetto di riqualificazione dell’alveo fluviale realizzato da diversi urbanisti e paesaggisti. Il Jardí del Túria è un meraviglioso percorso lungo 9 km che, dal Bioparc e Parc de Capçalera, procedendo verso il mare, porta al complesso della Ciutat de les Arts i les Ciències. Immerso nel verde, arricchito da stagni e fontane, è attrezzato per le attività sportive e ludico-ricreative per tutti. Al Parc Gulliver, per esempio, i bambini possono arrampicarsi e scivolare, come Lillipuziani, su un Gulliver lungo 70 m.

Ciutat de les Arts i les Ciències

Questa opera architettonica avanguardista, progettata dagli architetti Santiago Calatrava e Félix Candela, è composta da 6 strutture in perfetta armonia con il contesto e suddivise in 3 aree tematiche: arte, scienza e natura.

Lungo il letto del Túria, connessi da viali e scale, altrenati con specchi d’acqua, alberature e sculture, attraversati da ponti, si trovano gli edifici della Ciutat de les Arts i les Ciències:

El Palau de les Arts Reina Sofia, che sembra un pesce volante, dedicato alle arti sceniche;

– l’Hemisfèric, un gigantesco occhio di vetro, che si riflette nell’acqua dello stagno circostante, in cui si fanno proiezioni su un gigantesco schermo IMAX;

– l’Umbracle, un ampio parcheggio che nella porzione superiore ospita un giardino e un viale di sculture in metallo;

El Museu de les Ciències Príncep Felipe, come un enorme scheletro di dinosauro adagiato a terra, in cui è allestito un museo scientifico interattivo;

– l’Oceanogràfic, uno dei più grandi acquari d’Europa, in cui sono rappresentati tutti gli ambienti marini presenti sulla Terra;

– l’Àgora, una struttura metallica coperta, simbolo di una grande piazza, al cui interno si realizzano eventi culturali e sportivi.

La meraviglia di questo complesso è amplificata dai giochi di specchi tra cielo e acqua, dal bianco del cemento e dalle trasparenze del vetro che si stagliano nel cielo e si riflettono negli stagni, dalle strutture in metallo bianco addolcite dal morbido verde di alberi e cespugli fioriti.

Andare a zonzo

Il centro storico di Valencia è molto bello e suggestivo e rende piacevole passeggiare anche senza una meta precisa. Nei vicoli pieni di botteghe artigiane è possibile imbattersi in numerose opere di street art e sostare in locali tipici in cui assaggiare le famose tapas o la paella valenciana. Bello il Mercat Central, con le sue bancarelle colorate e fornitissime, in cui si può fare la spesa, gustare frullati di frutta fresca e anche pranzare, scegliendo tra un’ampia offerta di preparazioni.

Per chi, come me, sente forte il richiamo del mare, a poche fermate di tram dal centro c’è la lunga e ampia spiaggia di Valencia. In questa stagione è piacevole passeggiare con i piedi nella sabbia, accarezzati dall’acqua ancora freddina oppure sul viale lastricato, tra negozi e ristoranti.

Una festa speciale

Nel periodo che va dall’ultima domenica di febbraio al 19 marzo, si svolge un’importante festa in onore della patrona di Valencia, la Mare de Déu dels Desamparats (Vergine degli Innocenti) e di San Giuseppe. Patrimonio Immateriale dell’Umanità per l’UNESCO, è chiamata Les Falles. Queste sono costruzioni allegoriche in cartapesta, realizzate e dislocate in ogni quartiere dalla città, che la notte tra il 19 e il 20 marzo vengono bruciate. Durante tutto il periodo ci sono sfilate, esposizioni e spettacoli pirotecnici. Il più caratteristico e quello delle mascletà, al quale assistono migliaia di persone, bloccando di fatto un pezzo importante del centro. Ogni giorno alle 14.00, presso la Plaça de l’Ajuntament, per 5-7 minuti vengono fatti esplodere centinaia di petardi, in modo da creare un ritmo particolare e un effetto finale di notevole impatto. Io mi ci sono trovata il primo giorno, appena arrivata , ed è stato davvero incredibile!

Dopo tante parole ti lascio alla suggestione delle immagini. Buon viaggio!

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N.B. A Valencia ci sono due lingue ufficiali, il castigliano e il valenciano, che è la lingua parlata dalla Comunità Valenciana e che ho utilizzato per scrivere i vari nomi in questo post.

Un assaggio di primavera: Jardí Botànic di Valencia

Jardi Botanic - Universitat de Valencia

Esattamente un anno fa ero in vacanza a Valencia, la bella città spagnola affacciata sul Mediterraneo, verde e accogliente. Un piccolo viaggio con mio marito per assaporare la primavera, niente bambini da rincorrere e assecondare. Soltanto noi e il desiderio di immergerci completamente nell’atmosfera valenciana.

Giornate calde e soleggiate, lunghe passeggiate a zonzo per la città, ristorantini all’aperto, tapas, soste nei giardini, musei, shopping, mare e tutto il tempo per goderci ogni momento e per fotografare.

Il progetto del caffè botanico aveva già cominciato a prendere forma nella mia testa e l’idea dei viaggi dal cuore botanico è nata proprio in questa occasione. La visita al Jardí Botànic la avrei fatta in ogni caso, ma pensando di volerla raccontare ci sono andata con uno spirito diverso. Ho annotato tutto e raccolto le sensazioni, ho ascoltato con attenzione, ho guardato con curiosità maggiore e fotografato, già immaginando quello che avrei scritto.

Il Jardí Botànic – Universitat de Valencia

È stato fondato nel 1567 come “orto dei semplici” per lo studio delle piante utilizzate in medicina, che venivano chiamate appunto semplici, dal latino simplex. Nel 1802, il Jardí Botànic  è stato spostato nella sede attuale, nel Huerto de Tramoyeres, appena fuori dalle mura della città, vicino le Torres de Quart. Dal 1987 al 2000, è stato ristrutturato e rinnovato con l’ampliamento delle collezioni di piante, il recupero degli edifici storici e la costruzione di nuove strutture, come il plesso dedicato alla ricerca scientifica.

È un Orto Botanico universitario che si occupa di ricerca sulla biodiversità vegetale e sulla conservazione delle specie endemiche, rare e minacciate d’estinzione della Flora del Mediterraneo. Ha una Banca del Germoplasma e un Erbario ed è attivamente impegnato nella divulgazione della botanica e nella sensibilizzazione della popolazione con eventi e attività per tutti.

Le collezioni di piante vive

Circondato da un perimetro di alte mura, il Jardí Botànic è un cuore verde e pulsante nel centro della città, un’oasi “di Scienza, Cultura e Natura”.

La prima porzione, immediatamente all’ingresso, è la più antica. Organizzata in aiuole geometriche dal classico disegno del “giardino all’italiana”, ospita la collezione della “Scuola Botanica” con gli alberi più maestosi e antichi, fino a circa 200 anni d’età.

Ci sono poi le collezioni sistematiche organizzate per famiglie, per esempio la sezione Bromeliaceae (la famiglia dell’Ananas), Arecaceae (Palme) e Orchidaceae.

Un ampio spazio è dedicato alle aiuole in cui l’esposizione è fatta in base agli adattamenti ecologici: piante mediterranee, bulbose, la serra calda e umida per le specie tropicali, le piante desertiche all’aperto o in serra, le specie adattate alla scarsa intensità luminosa (sciàfile) nell’Umbráculo.

Tre sezioni sono allestite secondo il criterio biogeografico, con l’esposizione di piante appartenenti a territori geografici distinti: sezione della Flora endemica mediterranea, della Flora Macaronesica (Isole Canarie) e della Flora valenciana.

Una porzione molto curata e sviluppata è quella in cui sono coltivate le specie di interesse agronomico e commerciale, come le piante dell’orto e quelle officinali, le specie tintorie e quelle ornamentali.

Ecco alcune foto che spero riescano a comunicare un po’ della meraviglia di questo Orto Botanico.

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Un assaggio di primavera

Per me è stata una visita bellissima, in cui ho assaporato l’inizio della primavera. Ho avuto il piacere di immergermi in un’atmosfera suggestiva, passeggiando per i lunghi viali o sostando in angoli nascosti e ombrosi, avvolta e protetta dalla folta chioma degli alberi. Alberi svettanti, dai tronchi possenti, testimoni del tempo. Ho trascorso alcune ore nella pace e nella tranquillità ad osservare piante bellissime e fiorite, provenienti da tutto il mondo, e ad ascoltare il tramestio degli uccelli indaffarati a preparare il nido.

Se decidi di andare a Valencia il Jardí Botànic è davvero un luogo incantevole che merita la tua attenzione. In un prossimo post, comunque, ti racconterò altre cose che si possono fare, anche con i bambini, perché Valencia è una città piena di fascino e accogliente per tutti.

Old lady cactus: Mammillaria hahniana Werderm.

old lady cactus

Se c’è una passione che ho sempre avuto è quella per le piante grasse. E una delle mie specie preferite è Mammillaria hahniana Werderm., anche conosciuta come old lady cactus. Spinosa, lanosa, con la sua coroncina di fiori, simpatica, no?

Fiori in corona
Mammillaria hahniana Werderm.

Succulente che passione

Quello che mi piace di più delle piante succulente, oltre al fascino delle forme e delle spine, è che hanno degli straordinari adattamenti agli ambienti aridi e inospitali in cui vivono. E sono proprio questi adattamenti che ci devono guidare per accudirle al meglio.

Notizie su Mammillaria hahniana

La vecchia signora barbuta, come le altre specie del genere Mammillaria (famiglia Cactaceae), è originaria del Messico, in particolare in due aree piuttosto ristrette della zona centrale nei pressi di Guanajuato, San Luis Potosí e Queretaro. Vive tra i 700 e i 2200 metri sul livello del mare, su un terreno roccioso e scosceso, in aree caratterizzate da un clima con una forte escursione termica giornaliera e piogge concentrate nella stagione estiva.

Ha un fusto globoso o cilindrico, alla cui base si sviluppano dei polloni che producono altri individui andando a formare un gruppo. Il nome Mammillaria deriva dalla presenza di caratteristici tubercoli, disposti a spirale e sormontati da un’areola dalla quale emergono le spine, robuste o setolose.

I fiori, di un bel fuxia acceso, sono disposti in corona nella parte apicale e si formano all’ascella dei tubercoli, dove è concentrata una lanugine bianca. Dopo la fioritura si svilupperanno dei piccoli frutti allungati, rosso-bruni, contenenti semini marroni.

gruppo di mammillaria hahniana in fiore
Il mio gruppetto di Mammillaria hahniana Werderm.

Per prendertene cura

Le piante grasse, anche se sono adattate ad ambienti estremi e sopportano le nostre dimenticanze con stile, hanno comunque bisogno di attenzioni particolari, proprio per gli adattamenti all’ambiente di origine.

Mammillaria hahniana ama la luce e il sole. All’esterno l’esposizione a sud è quello che ci vuole, altrimenti va tenuta in serra riscaldata o all’interno. Io che vivo in Puglia, non molto distante dal mare, la tengo fuori tutto l’anno, al coperto, esposta a sud e al riparo dai venti freddi. La temperatura ottimale di crescita è tra 15 e 24 °C, mentre può sopportare temperature sotto i 5 °C se è tenuta all’asciutto.

In estate, quando il terreno si secca in superficie, va innaffiata moderatamente, evitando ristagni, mentre in inverno si può ridurre fino a sospendere l’irragazione, soprattutto se fa particolarmente freddo.

La fioritura è successiva al periodo arido, da me infatti comincia a fiorire da fine ottobre inizi di novembre, e continua fino all’inverno inoltrato. I fiori si aprono di giorno e si chiudono quando la luce si attenua.

Le piante grasse hanno un apparato radicale ampio e superficiale per poter esplorare il suolo e assorbire l’acqua in maniera efficace. Anche la vecchia signora barbuta ha le radici che mal sopportano i ristagni e che hanno bisogno di spazio, per cui è importante cambiare il vaso man mano che la pianta cresce. Il vaso più adatto è una ciotola in terracotta, larga e bassa, con terreno leggero e drenante, specifico per le succulente, misto a sabbia (proporzione 2:1).

A te piacciono le piante grasse? Ne hai una preferita? Raccontamelo nei commenti.

Io penso anche che hanno un sacco di cose da insegnarci… Stay tuned!