Messaggi in fiore – fotografia e condivisione

Clivia miniata per messaggi in fiore

I fiori in giardino, sul balcone o negli ambienti naturali non sono soltanto belli da vedere e fonte costante di gioia e benessere, ma sono anche un soggetto che amo fotografare e che mi dà occasione di fermarmi a riflettere e trarre ispirazione.

Da questo connubio e dal piacere della condivisione, 3 anni fa, è nato Messaggi in fiore, un piccolo progetto fotografico su Instagram, Facebook e attraverso la newsletter, che ho pensato di riproporre anche questa primavera, con una formula diversa.

Per festeggiare la Giornata mondiale della Terra, ho condiviso con le persone iscritte alla newsletter Lettera22: il giardino racconta un percorso di 7 giorni, in cui hanno ricevuto una mail al giorno con una foto di un fiore del giardino del caffè botanico, un pensiero di ispirazione e consapevolezza e il titolo di un libro. Al termine della mail c’era uno spazio da dedicarsi, con una suggestione su cui soffermarsi e la possibilità di raccontarmela rispondendo alla mail.

Messaggi in fiore

Se hai perso le newsletter ma vuoi recuperare le ispirazioni portate dai fiori, ci ho pensato io. Da lunedì 3 maggio Messaggi in fiore arriva su Instagram e Facebook. Sarà un’occasione per vivere una settimana fiorita e per giocare insieme.

Per 7 giorni, ogni mattina, pubblicherò sui canali social del caffè botanico la foto di un fiore e il messaggio che mi ha ispirato. Poi sarà il tuo turno di partecipare:

Su IG

+ Condividi i tuoi fiori e il messaggio che ti ispirano sul profilo o nelle storie.

+ Tagga @ilcaffebotanico e usa l’hashtag #messaggi_in_fiore, così posso trovarti e condividere nelle mie storie il tuo post.

+ Segui l’hashtag #messaggi_in_fiore, per incontrare chi sta partecipando a questo contest e arricchire con la tua presenza il giardino virtuale che stiamo creando insieme.

Su FB

+ Condividi nei commenti al mio post la foto dei tuoi fiori e il messaggio speciale che ti ispirano. Giorno dopo giorno, creeremo insieme un giardino fatto di fiori e parole.

Partiamo con i messaggi in fiore?

Lavoro: 5 cose che ho capito più una

anno dopo anno si cresce come un albero e si impara

Questo post forse è inutile, potresti anche non leggerlo, ma se non lo scrivo non vado avanti. Immagina che sia una pagina del diario segreto del caffè botanico, una di quelle che vanno scritte anche se fa male. La condivido con te e spero mi aiuti a superare questo blocco.

Come un albero che, anello dopo anello, cresce e amplia la circonferenza del tronco e insieme immagazzina le tracce di quello che è accaduto, dentro e fuori di sé, anche io ho collezionato, anno dopo anno, esperienza nel lavoro, segni, cicatrici e consapevolezza.

Sono giorni che ci penso, a me e al mio rapporto con il lavoro, con le scelte che faccio e con le conseguenze che ne derivano. Sono considerazioni normali, che immagino tutti facciano, ma in questo momento sono importanti, perché ho perso la strada e mi servono per ritrovare la rotta.

Lo so che hai capito che sono in crisi, non sono brava a nasconderlo, e comunque parla da sé il fatto che non riesca a mantenere l’impegno preso con il blog e a essere costante. Magari per te non è grave, magari non è importante, ma io non ci sto per niente bene. Anche perché questo è soltanto un sintomo, la punta di un iceberg, direi, che coinvolge vari aspetti della mia vita oltre al caffè botanico. Non la faccio lunga… scrivo qui degli appunti che spero diventino una traccia utile a definire i confini per le scelte future. Sembreranno cose ovvie, ma ho proprio bisogno di vederle scritte tutte in fila.

Quando lavoro, quello che faccio mi deve piacere

Se non mi piace, sarebbe meglio non farlo. Di carattere cerco sempre di trovare un modo per renderlo piacevole. E se non ci riesco, metto in conto che ci vorrà il triplo del tempo. Però, alla fine, sto male. Allora è meglio non farlo.

Ci vuole passione

In quello che faccio metto sempre tutta me stessa, a volte esagero, non prendo bene le misure e vado fuori strada, ma se mi risparmio va a finire male comunque. Ecco, con questa cosa devo fare i conti, mi conosco e forse è arrivato il momento di imparare ad ascoltare la voce dell’esperienza e a trovare l’equilibrio, prima che sia troppo tardi.

Ho bisogno di libertà

Quando mi incarto in situazioni difficili, tendo a costruire delle gabbie simboliche per costringermi a fare le cose. Gabbie alla quali mi ribello, non sai che fatica! Non devo più infilarmi in situazioni da cui poi voglio soltanto fuggire. E libertà vuol dire anche che sia io a stabilire come e quando fare le cose e a gestire il mio tempo.

Voglio scegliere seguendo testa, cuore e pancia

Non è mai facile scegliere, ma non devo dimenticare di farlo tenendo allineati razionalità, sentimenti e intuito.

Ho bisogno di obiettivi concreti

E va bene la passione, ma anche la concretezza degli obiettivi è importante. Sono stanca di girare a vuoto, di lavorare senza gratificazione economica o senza che venga apprezzato quello che faccio o tutti e due. Prima di tutto voglio imparare ad apprezzarmi e a valorizzare il mio lavoro, poi ad ampliare la mia visione e a scegliere obiettivi per i quali valga la pena di impegnarsi e di investire.

Quando sono stanca e confusa mi prendo una pausa

Prendere le distanze dalle situazioni di stallo e fare una pausa mi permette di guardare le cose con più lucidità e di dissipare la nebbia che non mi fa prendere decisioni utili ed efficaci.

Ed è questa pausa che comincio a definire. Il blog va in vacanza fino a settembre, la newsletter arriverà puntuale il 22 di ogni mese mentre sui canali social pubblicherò con estrema libertà, lasciando spazio a ispirazione e creatività.

E già mi sento più leggera.

Grazie se ci sei ancora.

Francesca

In foto: sezione trasversale di tronco di Sequoia sempervirens (D. Don) Endl.

La vita al caffè botanico

Nelle ultime settimane la vita scorre in fretta qui al caffè botanico. Il lavoro fuori da questo spazio mi assorbe quasi completamente. E poi c’è tutto il resto, che è tanto ed è anche la parte più importante: bambini, famiglia, casa, studio, imprevisti, situazioni cui far fronte senza farsi troppe domande, perchè il tempo non c’è, pezzi lasciati indietro che diventeranno cocci da ricomporre o da lasciare andare.

La primavera è il periodo più impegnativo per chi si occupa di piante e giardini, ma anche di attività di divulgazione scientifica in Natura e di educazione ambientale nelle scuole. Perché te lo racconto? Perché ci tengo a farti conoscere un pezzetto del mio mondo, perché scrivere del mio lavoro lo rende ancor più concreto e reale e anche perché penso sia giusto spiegarti il motivo della mia discontinuità sul blog e in generale sui canali di comunicazione.

Quando ho cominciato

Quando ho aperto il caffé botanico ero in piena fase di costruzione del mio lavoro, dopo gli anni dedicati alla ricerca universitaria nell’ambito della conservazione della biodiversità vegetale. Parallelamente alla cura di questo spazio, ho seminato idee e progetti, mi sono iscritta a un corso universitario, ho coltivato varie collaborazioni e mi sono messa in gioco, investendo su di me e sulle mie potenzialità. Ho detto sì a tutte le proposte che mi sono capitate perché non si sa mai, eh… mica tutto si realizza. 

La vita vera

E invece sì, i semi germinano, i progetti si concretizzano e io ho scelto. Tutto. Ho detto sì a tutto, ben sapendo che mi sarebbe sfuggito qualche pezzo di mano. Alla perfezione non credo, al massimo impegno sì. Nonostante questo, inevitabilmente, ho ridimensionato le pretese, riarrangiato il piano annuale, rimandato quello che potevo, abbracciato il caos e sono scesa a compromessi, con me stessa e col mondo.

Ho fatto e farò qualcosa con meno precisione e cura, ogni tanto dimentico di aggiornare e consultare l’agenda (con conseguenze più o meno pericolose), non rispetto sempre il piano editoriale, non scrivo con assiduità, delego tanto, rinuncio a momenti preziosi, non sono molto presente e trascuro (tanto, troppo, tutto e tutti), che per me è una cosa orribile, ma ci sono. Quel che resta di me, diciamo.

Abbraccio, piango e rido, accolgo, grido, lascio correre, sorvolo, scappo, faccio l’essenziale e non ci riesco nemmeno sempre. Lavoro tutti i giorni, viaggio molto in macchina, non ho tempo libero e dormo poco. Scelgo. Le priorità cambiano continuamente e sono in equilibrio sul filo. Eppure sento che non potrei fare diversamente. E poi, so che è per poco tempo, stringo i denti e vado avanti.

Ma cosa fai?

Lo so che ti starai chiedendo cosa faccio di preciso. Ecco, in breve, mi prendo cura di un piccolo giardino botanico in un’area protetta e mi occupo, in progetti diversi, di divulgazione scientifica ed educazione ambientale, con laboratori, passeggiate nel bosco e visite guidate. Collaboro anche con altri professionisti ed è molto bello poter condividere una parte del proprio lavoro, avere un fine comune e crescere insieme nello scambio continuo. Di fatica e difficoltà ce ne sono tante, ogni giorno, ma la soddisfazione di fare al meglio quello che mi piace è un bene prezioso.

Stare a contatto stretto con la Natura, far conoscere a grandi e bambini i segreti delle piante, degli ambienti naturali e degli animali che li abitano, studiare ed esplorare, raccogliere e diffondere bellezza e meraviglia sono tutti elementi di quello che è il manifesto del caffè botanico, sono io in definitiva, e realizzarli è realizzare me stessa.

Il caffè botanico lo abbandoni?

Nooooooo. Anche se salto qualche post, se non sono sempre assidua con i social e se la realizzazione di qualche idea sta richiedendo più tempo, il caffè botanico è la mia strada e la tengo ben stretta. Avrà qualche curva in più, una sosta qui e lì, un dosso e una cunetta, ma è il mio percorso e non lo mollo.

Dopo queste righe un po’ personali, che ho sentito il desiderio di condividere, ritorno con un viaggio dal cuore botanico e a parlar di piante, non temere!

La newsletter di maggio sarà puntuale nella tua casella il 22 e su Instagram e Facebook puoi trovare ispirazioni e scatti fioriti.

A presto!